scuola di formazione politica e culturale ALEXANDER LANGER | ||||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||||
torna a precedente | ||||||||||||||||||||
|
Trento, sabato 26 settembre 2015 rassegna stampa Trento, 27 settembre 2015 «Mi sembra che gli spazi di partecipazione popolare al processo di modifica dello Statuto d'autonomia siano davvero pochi, e, malgrado l'impegno di Trento e Bolzano a convocare consulta e commissione, ritengo che la vera partita si giocherà attraverso una negoziazione, o meglio un braccio di ferro da disputarsi ad alti livelli». Roberto Toniatti, ordinario di diritto costituzionale comparato dell'Università di Trento, non ha lasciato margine ai dubbi: a suo dire, l'autonomia regionale non è solamente sotto assedio da parte dell'opinione pubblica, ma rischia anche di essere progressivamente esautorata dalle sue funzioni in ragione di quello che è stato definito come un Governo «a vocazione centralista». L'occasione dell'intervento è stata offerta all'accademico da un incontro dal titolo «La riforma dello Statuto d'autonomia» organizzato, nel pomeriggio di ieri, dalla Scuola di formazione politica Alexander Langer. «Allo stato attuale dei fatti - ha aggiunto Toniatti, senza nascondere ai presenti il proprio disincanto sull'argomento in esame - ai presidenti provinciali Ugo Rossi e Arno Kompatscher non restano che tre strade da imboccare al più presto, cioè prima che venga approvata la legge di revisione costituzionale proposta da Matteo Renzi e dal ministro Maria Elena Boschi. Anzitutto, è necessario arrivare ad un accordo su come disciplinare l'intesa prevista nel disegno di legge in esame, in modo tale da assicurare un adeguamento a noi favorevole dei rapporti tra Stato e regioni. In secondo luogo, bisogna cercare di riportare a casa le competenze che ci sono state tolte. Infine, è necessario dare il via al più presto al processo di riforma statutaria». Per quanto riguarda il primo punto, Toniatti ha rilevato alcuni pericoli connessi alla possibile entrata in vigore di un provvedimento atto a vincolare le autonomie ad accogliere (senza possibilità di veto da parte dei rispettivi Consigli regionali) una riforma statutaria votata da una maggioranza qualificata del Parlamento. «Oggi - ha aggiunto il costituzionalista - vige in Italia un regionalismo prosciugato, mentre lo Stato può intervenire, per esigenze di carattere unitario, anche nelle competenze dei territori. In questo quadro, la nostra situazione è quella di avere un'autonomia regionale in un territorio che di fatto non è una regione, e due province che si comportano da regioni separate con uno Statuto comune. È evidente la necessità di adeguare al più presto i nomi alla realtà dei fatti». In ultimo, Toniatti ha accennato a una possibile relazione tra la presunta contrattazione in corso tra Trento e Roma e la ricomparsa del progetto sulla Valdastico.
|
|
||||||||||||||||||
© 2000 - 2022 VERDI DEL TRENTINO webdesigner: m.gabriella pangrazzi |
||||||||||||||||||||
torna su
|